scienza

I Nobel della chimica: dispettosi, narcisi, umani

A che serve scoprire ciò che tiene insieme gli atomi, se  si ignora cosa unisce le persone? In questa domanda è  racchiusa la singolare vicenda umana di uno dei maggiori chimici  di sempre, l’ americano Gilbert Lewis, e il mistero di un premio  Nobel sfuggitogli nonostante 35 candidature. Lewis è tra i  protagonisti di Cathedrals of Science di Patrick Coffey (Oxford  University Press) insieme ad altri giganti della chimica fisica  che il Nobel lo vinsero davvero e che tra screzi, ripicche e  invidie animarono un mondo scientifico governato più dall’  arbitrio e dalle roventi passioni umane che dalle algide leggi  Continua a leggere...

I segreti dell’inconscio

«Ciò che vediamo intorno a noi non è esattamente quel che sta fuori, ma solo una costruzione del nostro inconscio». Sembra la premessa di un film di fantascienza, e invece a dirlo è uno dei più brillanti neuroscienziati americani, David Eagleman, direttore del laboratorio di percezione del Baylor College of Medicine di Houston e autore di Incognito: the secret lives of the brain (Pantheon Books). «Intendo dire che il cervello non è passivo nel percepire la realtà esterna, ma ha un ruolo fortemente attivo, ancora più importante di quello di occhi e orecchie: noi possiamo infatti percepire solo quello che Continua a leggere...

Le neuroscienze riscriveranno il diritto?

«Non sono stato io, è stato il mio cervello ».  Vi sembra una cosa brillante da dire davanti al giudice? Dipende:  se lo dite mentre l’ avvocato difensore proietta una lastra che  mostra come alcune particolarità cerebrali vi impediscano  di trattenere gli impulsi, può essere una strategia  produttiva. Che pone un interrogativo: chi siede davvero nella  cabina di pilotaggio del nostro corpo?

Questa domanda inizia ad  avere senso dal 1983, ossia da quando il neurologo Benjamin Libet  mostrò che qualsiasi movimento che ci sembra volontario  è preceduto, in realtà, da un’ attività  neuronale preconscia nella corteccia motoria: diventiamo  consapevoli di
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Buoni o cattivi? Contro le tentazioni serve l’allenamento

Siamo tutti potenzialmente disonesti. Per fortuna però, inibizioni e razionalità intervengono a mitigare la nostra naturale spinta a commettere piccole o grandi trasgressioni etiche. A sosternerlo è Dan Ariely, docente di psicologia ed economia comportamentale alla Duke University di Durham (North Carolina), autore del saggio The Honest Truth About Dishonesty, ovvero “l’onesta verità sulla disonestà” (Harper Collins). La disonestà, secondo Ariely, è pervasiva perché, traendo alimento da piccole cose, si ingrandisce a valanga.
“Se cominci a comportarti male, a un certo punto smetti di avere un buon concetto di te e ti lasci andare” sostiene lo scienziato. “Lo abbiamo verificato
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I cacciatori di piante

Siete una pianta nascosta in un posto sperduto, e tutto quello che fate è pavoneggiarvi al sole per attrarre qualche insetto impollinatore. Finché un bel giorno vi si presenta davanti un signore stremato, con una barba di diverse settimane, che vi guarda con occhi che brillano. Si accovaccia e disegna il vostro ritratto su un quadernetto. Se siete una pianta di aspetto sgraziato, vi darà il nome di un suo nemico. Lasciatelo fare: in fondo è un cacciatore di piante, uno strano mix tra avventuriero, scienziato e agente segreto. Nel diciannovesimo secolo questi singolarissimi personaggi abbondavano, oggi sono più rari Continua a leggere...