Inconsapevole bellezza

Gli oceani ospitano una bellezza nascosta, ignota alle stesse creature che la sfoggiano: quella delle lumache marine del genere Nembrotha. «I loro occhi sono assai rudimentali, ma noi subacquei possiamo godere dei loro colori straordinari» ci spiega Alex Mustard, biologo marino e fotografo professionista. Mustard, che ha pubblicato le sue immagini su decine di riviste internazionali, quest’anno è entrato nella preselezione del Wildlife Photographer of the Year, il premio per la fotografia naturalistica promosso da Natural History Museum di Londra e Bbc, proprio con la foto di Nembrotha kubaryana che vedete qui sopra. «Questo splendido animale vive solo nelle acque tropicali del Sudest asiatico. Ma, con un po’ di fortuna, lì lo può incontrare anche chi si immerge soltanto con un boccaglio» spiega Mustard. «Questa foto l’ho scattata nello stretto di Lembeh, nel Nord Sulawesi, in Indonesia. Perché risultasse più emozionante, mi sono messo al livello della lumaca, allineando la fotocamera al suo muso e lavorando sull’ingrandimento. Con qualche difficoltà: se ingrandisci molto, anche animali lenti come le lumache marine sembrano muoversi rapidamente». E l’immagine che viene fuori pare ritrarre un variopinto essere di un altro pianeta.

Ma a che cosa si devono i colori delle Nembrotha? «Sono un sistema di difesa» spiega Marta Pola, zoologa della Università Autonoma di Madrid, tra i pochi ad aver studiato queste lumache. «A un certo punto della loro evoluzione le Nembrotha hanno perso il guscio. Ne hanno guadagnato in mobilità, ma per difendersi dai predatori hanno dovuto acquisire altri due sistemi di difesa: tossine urticanti e colori sgargianti. Così se i predatori ne mordono una e hanno la sgradevole esperienza delle sue tossine, ricorderanno poi facilmente un animale daicolori così vividi, e tenderanno ad evitarlo».

La cosa curiosa è che la Nembrotha non produce da sé le sue armi chimiche, ma usa a suo vantaggio quelle delle sue prede: «La Nembrotha si nutre di ascidie, animaletti a forma di otre o tubo che vivono fissi sui fondali. Immune ai loro alcaloidi urticanti, li assorbe e li concentra nei noduli colorati sul corpo». Proprio questa particolare dieta spiega perché animali tanto appariscenti siano così poco studiati: «Le Nembrotha non sono adatte ad acquari e zoo perché è difficile tenere in vita, in cattività, le ascidie di cui si nutrono» ci spiega Marta Pola. La zoologa sospetta poi che queste lumache abbiano un’altra caratteristica singolare: «Sappiamo che hanno sia l’organo sessuale maschile che quello femminile, così da moltiplicare le occasioni di accoppiamento. Ma la kubaryana sembra addirittura capace di autofertilizzarsi: dobbiamo studiarla più a fondo».

(© La Repubblica / Giuliano Aluffi)